Bisogna fermarsi per conoscersi, per essere se stessi.
Tiziano Terzani
Se hai esplorato un po’ il mio blog ti sarai accorto di quanto spesso io parli di imparare a stare in ascolto. E cosa intendo esattamente quando ti dico questo? A dire la verità mi riferisco a diversi aspetti che non è questo il momento di approfondire. Ciò che mi preme evidenziare qui, in questa sede, è che stare in ascolto di te stesso significa silenziare tutto quel vocio e quel brulicare di pensieri che spesso ti distolgono da una delle attività più importanti: comprendere quali sono i tuoi bisogni.
Già, semplice a dirsi, forse un po’ più complesso a farsi. La via più semplice per sperimentare l’ascolto è partire da questo esercizio che trovi riportato qui di seguito e cercare di sperimentarlo giornalmente per un paio di minuti, un paio di volte durante la giornata.
Sep è l’acronimo che sta ad indicare Sensazioni, Emozioni, Pensieri, 3 livelli di estrema importanza che parlano di te, del tuo corpo, delle tue emozioni e della tua mente. Conoscere questi 3 livelli ti fornisce un’idea completa di ciò che sei in un preciso istante e ti svela l’importanza del fermarsi.
Trovo un luogo in cui ti senti a tuo agio, comodo, il tuo spazio personale sacro in cui nessun può disturbarti e fai in modo che tu possa godere in totale serenità di questo tuo momento. Siediti, trova una posizione che ti permetta di stare a contatto con la Terra e, contemporaneamente, dritto con la schiena, in contatto con il Cielo. Fai 3 inspiri ed espiri profondi con la pancia e chiudi gli occhi.
Molto dolcemente fai un check-up dentro di te percependo prima di tutto la sensazione corporea prevalente (ho il cuore che batte forte, sento tensione nei muscoli delle spalle, ho la pancia contratta…), collegando ad essa un’emozione (felicità, tristezza, rabbia, paura, disgusto, sorpresa o sfumature simili) e sentendo se e quale pensiero prevale nella tua mente.
Trattieni il tutto con te per qualche istante, fai ancora 3 inspiri ed espiri di pancia e, quando ti senti pronto, apri gli occhi.
Annota tutto quanto sei riuscito a portare alla tua consapevolezza lasciando andare ogni forma, anche la più piccola, di giudizio. Scrivere ti aiuterà ancor di più a riconoscere e ad entrare in contatto con quanto emerso.
Fermo ma non inerte – Immotus nec iners
Motto di Gabriele D’Annunzio
La Gestalt è una corrente di psicologia umanistica nata negli anni ’50/’60 il cui scopo è l’integrazione di tutte le parti della persona e quello di aiutare la stessa nella sua esplorazione e nella soddisfazione dei suoi bisogni.
Il ciclo di contatto è un insieme di azioni che permettono alla persona di vivere l’esperienza, dall’emergenza di un bisogno fino al suo soddisfacimento pieno. Vediamone insieme le fasi e capiamo che importanza hanno in questo contesto.
E’ la fase di calma che segue il compimento soddisfacente di un bisogno preciso, fase in cui nulla è in rilievo e, al tempo stesso, che preannuncia un nuovo prossimo bisogno.
Le sensazioni sono ciò che preannunciano l’arrivo di un bisogno. L’equilibrio della fase precedente è disturbato da uno stimolo esterno o interno che permette a qualcosa di specifico di emergere in primo piano. Ancora non siamo consapevoli dell’esistenza di un nuovo bisogno.
La figura che è emersa nella fase precedente diventa il punto focale dell’interesse del momento. Alla sensazione viene attribuito un significato che conduce all’emergere di un bisogno.
Il bisogno è chiaro e, in questa fase, la persona cercha di raccogliere tutte le energie necessarie alla sua soddisfazione e di scegliere le azioni più appropriate e pertinenti verso il suo compimento.
La scelta e l’attuazione dell’azione più appropriata è seguita dal contatto pieno, ovvero dalla fase in cui la persona è completamente immersa nel processo che ha creato.
E’ la fase di assimilazione e di assaporamento dell’esperienza e si riferisce fondamentalmente alla soddisfazione ed al compimento del bisogno e del processo. L’evento diminuisce progressivamente sino a scomparire sullo sfondo. La persona ritorna nella fase del vuoto fertile e il ciclo della Gestalt si chiude. A questo punto si è pronti per un’altra esperienza.
E quindi qual é l’importanza della Gestalt rispetto alla capacità di fermarsi e di stare?
Quella di riuscire a dare valore a tutte le fasi del ciclo di contatto, compresa quella di Soddisfazione nella quale, abbastanza spesso, non riesce a stare chi è in continuo movimento.
Per anni questo è stato un mio tema importante; quando entravo in pieno contatto con il bisogno che era oggetto di un preciso momento mi ritenevo già soddisfatta e, senza concedermi minimamente il tempo per assaporare quel passaggio, prendevo e andavo immediatamente alla fase del vuoto fertile per poi ripartire con un nuovo bisogno. Fino a che ho capito cosa mi stavo perdendo.
Nella fase della Soddisfazione c’è un passaggio di estrema importanza: quello di fotografare chi sei tu dopo la soddisfazione di quel bisogno e dopo aver vissuto quella nuova esperienza. Stare, concederti di essere immobile, assaporare quel momento ti offre la meravigliosa opportunità di integrare in te ciò che quella esperienza ti ha fornito in termini di nuove consapevolezze e di scoperta di nuove risorse.
Ecco perché risulta così importante che tu ti conceda del tempo per fermarti; è il solo e unico modo per dedicare il giusto spazio anche alla fase della post contatto che, come tutte le altre, occupa un posto di rilievo all’interno del ciclo di soddisfazione di tutti i tuoi bisogni.
Pubblicato il: 18/10/2020Nello Yoga la postura dell’albero, che prevede di rimanere “immobili come un albero nella terra”, ci insegna stabilità, quiete, equilibrio ed equanimità
Anonimo
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